Franco Malatesta -- [pathosNET] alla vita.

Date: 2000/09/25 15.14
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Subject: [pathosNET] importanti sviluppi......DA NON
PERDERE!!!
Date: Wed, 11 Feb 1998 11:32:24 +0100
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L'altra sera ho ricevuto una visita inaspettata. Un
mio caro amico, che non vedevo da anni. Il lavoro lo
porta a viaggiare molto e durante uno di questi viaggi
si è imbattuto in un documento assai interessante
(almeno
spero). Io, tuttavia, non gli credo per intero e
sospetto che l'abbia scritto di suo pugno........Non
posso dirvi né il nome dell'amico né il presunto luogo
di ritrovamento ma credo di non fare torto a nessuno
(anzi casomai del bene alla comunità di pathos), nel
divulgarne l'enigmatico contenuto. Si tratta di una
storiella molto carina.
Dott.Francesco Perhas
"...................Ero alla Locanda del Camaleonte
Daltonico quella sera.
Un locale buio, aspro e anche un pò macabro. Avevo già
provato ad entrare al Cimabue o al Re di Puglia ma
neanche uno nano vi sarebbe entrato. Erano
stracolmi di gente come una clessidra di sabbia.
Volevo abbordare quella sudata cameriera in modo
originale; tipo..."senta signorina, mi prenderà per
un dialettico ma che mi risponde se le dico
asintotico..?". Era bella come
una concubina del diavolo, come una vestale con quel
suo camicione che faceva letteralmente impazzire visto
che non lasciava spazio all'immaginazione. L'idea però
mi passò subito appena vidi tre ragazzi, di
"buona famiglia", sfottere un marocchino. Mi è sempre
sembrato ingiusto chiamare genericamente marocchini
persone che in realtà hanno poco a che
vedere con quel paese. Perlopiù si tratta infatti di
algerini, sudanesi, nigeriani, nativi del Senegal o
della Costa d'Avorio. Fatto sta che
quella sera il suo unico torto era stato offrire
accendini dalle forme assurde.
Avevo visto "Leon" quel pomeriggio al cinema e avevo
incontrato una vecchia amica tornata da una città
della provenza. Nimes, Arles, Carcassonne o
Montpellier, non ricordo il nome. Non era comunque
serata da conversazione,
faceva caldo e in modo disumano. Era un caldo torrido,
africano. Goal.
C'era l'Italia alla televisione e la voce di Pizzul
annunciò il vantaggio. "Ma l'Italia sta insistendo,
preme ancora.......". La cameriera era al
tavolo vicino. Incisi una esse e poi una effe sul
tavolo di legno con una moneta da
cinquanta del 1949, un mio portafortuna. "Oserò mai
nella mia vita?
Avrò il coraggio di superare il dolore, la paura, la
timidezza e finalmente cominciare a VIVERE? Forse sì
ma non questa sera , sono troppo molle..." Lei
era lì con quel suo pallore immacolato, un viso
d'altri tempi. Era uscita da
una poesia di Saffo? Era nata da una metafora? Era un
Amen, un arcano enigma?
Ero circondato da archetipici uomini da Pub. Volti da
regolamento di conti.
Le note che uscivano dal pianoforte antidiluviano
sembravano plasmare allitterati non sensi. Le
note...., sempre sette,le stesse da secoli.
Ma che differenza tra quelle che avevo sentito io nei
monasteri e quelle di quella
sera. Avevo pagato subito, appena la cameriera aveva
portato la mia "Leffe"
chiara. Per questo, finito di contemplarne il fondo,
mi alzai e mi avviai direttamente verso la porta con
su scritto exit. Fuori era ormai buio,
tirava vento. Alzai il bavero della giacca e misi le
mani in tasca. Le dita della mano destra avevano
accarezzato qualcosa di liscio e freddo. Lo
estrassi subito e allungai il passo fino al lampione
per veder cosa fosse................."
Questo è quanto, fateci cosa volete, potete anche
scaricarlo nel cestino ma io ci penserei 2 volte. A me
è stato molto utile.....


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