Franco Malatesta -- [pathosNET] Arbitri?

Date: 2000/05/19 10.10
From: Franco Malatesta <quasimodo53@yahoo.com>
To: PathosNET@pathos.it


Saro' telegrafico (puo' non sembrare, ma vi assicuro
che sto facendo un grosso sforzo per tenere Logrus al
freno ;-)

La causa di molti problemi di Pathos e' il tentativo,
lodevole ma destinato al fallimento, di garantire
coerenza e coordinazione ad un gioco di 200 persone,
attivo 24 ore su 24 e improntato alla piu' grande
liberta' narrativa. In mancanza di strumenti ad hoc,
gli Eterni sono stati costretti a rafforzare quelli
soliti di un master, creando una frizione fortissima
tra la supposta liberta' di gioco e il continuo
vedersi sballottati a destra e a manca per
incomprensibili e mai spiegate esigenze R3 note solo
agli Eterni. Il picco di questo lo si raggiunge nei
live (ricordate la Lucca del P7 e di Torre Guinigi, e
la Modena della Lancia?). A questa frizione aggiungete
la solita distorsione della comunicazione ad opera
dell'e-mail, e il risultato e' scontato.
Agli Eterni mancano gli strumenti per gestire Pathos.
Del resto, si puo' forse gestire un gioco con 200
partecipanti, ma gestire una comunita' di 200 persone
e' tutt'altra cosa....
A questo aggiungete: gli scazzi e le normalissime
antipatie tra giocatori e master, la difficolta' per
gli Eterni di decidere cos'e' mainstream e cosa no
(vd. mail di Luca), la crisi di legittimazione che
blocca al master ogni possibilita' d'azione (vd. mail
di Teo).

La soluzione?
Abbiamo deciso di essere una comunita', e,
allacciandomi alla bellissima mail di Fabio "Eraclito"
D'Andrea (non a caso detto l'Oscuro per l'estrema
facilita' del suo lessico) direi una comunita' di
narranti (narratori fa troppo.... professionale ;-)
Ma a pensarci bene in Pathos gia' ce l'abbiamo una
cosa del genere.
Si chiama R4.

Ovvero un luogo d'incontro tra narratori, ciascuno
sovrano sulla sua R2, ma animati dal desiderio di
mettere in comune il loro gesto creativo.
Un'interazione libera, badate bene. Nessuno puo'
coartare nessuno. E quindi nessuno e' responsabile di
nessun fallimento della trama. Se alcune trame
muoiono, amen, vuol dire che non sono piaciute. Altre
invece piacciono? Saranno riprese, saranno giocate,
saranno mainstream, saranno Storia del Pathos (ve la
ricordate Lobisna e si suoi magnifici broccati?). La
quest di Teo attira un solo giocatore? Che ci vuoi
fare, a volte il genio non viene riconosciuto :-)

Cosa vuol dire questo? Semplicemente riconoscere a
tutti i giocatori di Pathos la stessa dignita' di
narratore.

Purtroppo, la discussione sulla lista R4 e' ferma da
parecchio, troppo tempo (a quanto mi consta, almeno),
e l'elaborazione delle meccaniche di questa "libera
interazione tra narratori" e' rimasta ad uno stadio
poco piu' che embrionale.
Restano da risolvere ancora parecchi interrogativi, ma
alcune soluzioni sono gia' state proposte (arbitrato
invece di arbitro, ecc.).

Le conseguenze dell'adozione di un simile modello
"orizzontale" sono molte, e, ovviamente, non tutte
piacevoli. Se serve, se ne riparlera' alla PathosCon.
Una per tutte, intanto: cade la contrapposizione
arbitro vs. giocatore. Gli Eterni diventano narratori
come tutti gli altri. L'unica differenza e' che, se
vuole, Teo puo' continuare a giocare con tutti i suoi
alter-ego :-)

Ribadisco un concetto: se abbiamo deciso che Pathos
vuole essere una comunita' e non il fornitore di un
servizio "gioco Pathos", ne consegue, a mio avviso, il
venir meno della necessita' di ogni gerarchia di ruolo
e di responsabilita' nella conduzione del gioco
Pathos. Come dire, liberi narratori in libero Pathos?
;-)


Ciao!

Angelo

"Essendo ormai chiaro che tra Amatori e professionisti
preferiamo amatori, perché solo gli arbitri dovrebbero
scassarsi i maroni a fare i "professionisti"? Se poi
qualcuno si scassa e molla, lasciando il Pathos nel
guano mi sembrerebbe più che giustificato."
(Max Simonasky)


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