Luca C. Giuliano -- [pathosNET] Sintesi del punto 1 OdG

Date: 2000/05/16 17.19
From: "Luca C. Giuliano" <mc3133@mclink.it>
To: PathosNET@pathos.it


Primo punto all'ordine del giorno:

"Amatori o professionisti?"

1) PATHOS deve continuare ad essere un gioco sperimentale e, per forza di
cose, sul confine di diversi modelli (GdR, scrittura collettiva, Play By
E-Mail, GdR dal vivo, ecc.) oppure deve diventare un vero e proprio GdR in
E-mail con strutture chiare e predefinite? Le conseguenze di questa scelta
 portano anche nella direzione dell'intrattenimento amatoriale, cui si
partecipa volontariamente e per il piacere di farlo, oppure
dell'intrattenimento "professionale". Collegato a questo punto e' anche
l'altro: E' proprio necessario che Pathos venga vissuto come esperienza e
come "laboratorio"? Non potrebbe essere "giocato" e basta?

SINTESI CONCLUSIVA DELLA DISCUSSIONE

Sembrava una domanda retorica, invece ci ha consentito di mettere in luce
alcuni aspetti interessanti dell'esperienza che abbiamo fatto finora.

NO-PROFIT / PROFIT

Se l'alternativa tra "amatoriale" e "professionale" si dovesse interpretare
solo come alternativa tra "organizzazione no-profit" e "organizzazione
profit", la risposta unanime sarebbe "amatoriale".
D'altra parte, "no-profit" non significa necessariamente "inaffidabile" e
"inefficiente". Lo sapppiamo.
Pero' anche le organizzazione no-profit pagano il lavoro di chi dedica
all'organizzazione tutto il suo tempo. Altrimenti l'organizzazione stessa
andrebbe in pezzi alla prima difficoltà.
Noi non abbiamo questo problema, perche' non ci occupiamo di persone
anziane, di bambini o di handicappati.
Se Pathos si ferma, non muore nessuno, nessuno soffre veramente, nessuno
viene privato della soddisfazione dei bisogni fondamentali.

Questo, per noi, e' comunque un limite. E' evidente che Pathos e'
fortemente condizionato dalla R1 di ciascuno di noi. E' evidente che alcuni
di noi possono restare lontani dal gioco e silenti per un tempo
indeterminato, altri invece danneggiano il gioco se mancano per tre giorni
di seguito. Finora tutto questo e' stato trascurato. Forse anche perche' il
numero dei giocatori attivi era abbastanza limitato da non creare troppi
problemi.

C'e' una soluzione a questo? Per ora e' sufficiente la diagnosi. Per le
soluzioni vedremo successivamente, perche' e' chiaro che i punti all'OdG
sono collegati tra di loro e le soluzioni si devono trovare dopo aver fatto
una diagnosi completa.

OPERA APERTA / OPERA PRE-DEFINITA

Per quanto riguarda l'altro aspetto del dilemmma "amatoriale/professionale"
nessuno ha chiesto di trasformare Pathos in un GdR "pre-definito".
C'e' chi ha chiesto di chiarire meglio questa faccenda. Per Gdr
"pre-definito" intendevo dire un gioco con un regolamento, un'ambientazione
e una narrazione definiti in anticipo. I giocatori piu' recenti forse non
sanno (ma gli anziani non dovrebbero dimenticarlo) che abbiamo iniziato a
giocare senza un regolamento pre-definito. Lo abbiamo costruito insieme a
partire da una bozza che e' stata continuamente modificata fino ad assumere
la forma attuale nel febbraio 1998.
Anche l'ambientazione non era pre-definita. E non lo e' nemmeno adesso. Se
lo fosse stata non saremmo riusciti ad integrare i numerosissimi interventi
creativi che ciascuno di voi ha fatto. Avremmo dovuto dire piu' volte:
"questo non si puo' fare perche' va contro l'ambientazione". Cosa che
invece e' successa molto raramente.

Dai vostri interventi se ne deduce che voi volete mantenere questa
"struttura debole", ma allora diventa essenziale accettarne il "caos".
Dobbiamo accettare il fatto che per governare il "caos creativo" gli
Arbitri devono aggiustare di volta in volta la narrazione per mantenerla
coerente nel tempo. Senza eccedere, pero', perche' questo tipo di
narrazione di "molti autori" trova un precedente storico solo nella
"narrazione mitica". La produzione e il racconto dei miti procede a salti e
in modo contraddittorio. Nessuno di noi si stupisce nel leggere che Orfeo
e' figlio di Calliope, mentre poi in un'altra tradizione e' figlio di
Polinia o di Menippe. La sua morte, per alcuni e' avvenuta per mano delle
donne tracie, per altri da un fulmine di Zeus.

ESPERIMENTO / GIOCO

Il dilemma "amatoriale/professionale" e' stato esaminato anche punto di
vista dell'esperimento "letterario" Pathos.
In questi ultimi tempi avevo avuto l'impressione che questo aspetto fosse
stato dimenticato.
Pathos si chiama "Associazione di Letteratura Interattiva" non certo per
fregiarsi di una etichetta "culturale".
Il "confine" tra i diversi generi e' una dimensione irrinunciabile di
Pathos. Chi mi conosce (e ancor meglio se ha letto "I padroni della
menzogna") non avra' difficolta' a vedere in Pathos la diretta conseguenza
di quanto ho scritto nel libro in riferimento alle identita' immaginarie.
Partecipare all'esperimento Pathos significa anche farsi carico di
riflessioni come quella che stiamo facendo.
"Fatti non fummo a viver come bruti", o no?
Pathos e' un gioco, ma gia' dal primo momento ha chiesto ai giocatori di
collaborare. Qualcuno chiede di approfondire il background. E chi dovrebbe
farlo se non NOI. Gli autori delle teofanie hanno scritto background. Gli
autori delle storie hanno scritto background. Chi vuol scrivere non deve
far altro che mettersi all'opera, sottoporre il suo lavoro agli Arbirtri e
attendere eventuali osservazioni o suggerimenti. Di tutto quello che mi e'
staot mandato (anche cose che sul momento incidevano pesantemente sul
background precedente) tutto e' stato pubblicato, purche' legato al Pathos.

ESSERE / AVERE

Infine, il dilemma "amatoriale/professionale" e' stato esaminato anche in
riferimento al fatto che Pathos e' una comunita' di persone. E che Pathos
vive in base a quanto ciascuno e' disposto a dare.
Questa si chiama reciprocita'.
E' la base dell'educazione estetica del gioco in Frederich Schiller. Guarda
caso.
Per Schiller il gioco doveva essere in grado di conciliare la condizione
naturale con la condizione morale, al fine di permettere la realizzazione
dell'uomo totale.
Di questo stiamo parlando.
Anche su questo ci stiamo misurando.
Conciliare la supremazia del desiderio e del particolarismo con la
supremazia della ragione e dell'universalismo.
Non 'e un caso che, per Schiller, il gioco e' affine all'amore. Anche
l'amore e' sottomissione della ragione alla natura, ma nello stesso tempo
l'amore e' anche rispetto reciproco, e quindi e' sottomissione della natura
alle leggi della ragione.
Invece, "professionale" vuol dire, in questo senso, avere una finalita'
prevalentemente "razionale": permettere al gioco di funzionare, facendo
passare in secondo piano gli aspetti "comunitari".

Mi sembra che in conclusione le scelte vadano verso:

Pathos no-profit, opera aperta e rivolta all'essere, alle persone dei
giocatori, alla "comunita' dei giocanti".

C'e' qualche perplessita' in piu' sull'alternativa "esperimento" o "gioco",
ma fortunatamente questi due aspetti non si escludono a vicenda.
Semplicemente bisogna che coloro che vedono in Pathos un semplice
passatempo accettino di buon grado il fatto che in alcuni casi il controllo
sull'esperimento prenda il sopravvento.

Questa posizione, che rispetta sostanzialmente le basi di partenza di
Pathos, forse era passata, in questi ultimi tempi, un po' in secondo piano.
Le conseguenze sono molteplici (una per tutte il "numero" dei giocatori).
Ne riparleremo, quando tireremo le somme di tutti i punti in discussione.

Buona vita

Il presidente



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