Fabio di Callisto -- [pathosNET] Motivi di riflessione

Date: 2000/05/09 11.38
From: "Fabio di Callisto" <fgalimb@flashnet.it>
To: <PathosNET@pathos.it>


Sono molto contento della scelta di Luca e, suppongo, degli altri master (o
eterni, o comecavolovoletevoi).

Effettivamente di una pausa di riflessione sentivo il bisogno da un po', e
gli scazzi in R1 ne hanno solo aumentato la necessita', per far si' che
questo "gioco collettivo" non si rompa definitivamente in mille pezzi.

Abbiamo creato, tutti insieme (e non mi riferisco solo ai "giocatori
anziani", ma proprio a tutti), una esperienza che ci e' cresciuta davanti
agli occhi in maniera velocissima, dandoci poco tempo per analizzare cosa
stava succedendo e dove si stava andando a parare, e, secondo me, questa
pausa dovra' servire proprio a questo.

Oggi Pathos, nello stesso tempo, e' il gioco iniziale e non lo e' piu'.
Una serie di meccanismi mostrano la corda, stressati anche dal gran numero
di giocatori, che sono pero' indispensabili per portare nuova linfa.
Le discrepanze di visione complessiva (in fondo ognuno di noi ha una sua
visione del Pathos, e mi sembra legittimo) sono diventate abissali man mano
che il gioco cresceva, e forse anche questo era inevitabile.

L'organizzazione R1 del gioco, che andava benissimo all'inizio, non mi pare
piu' all'altezza di coordinare una situazione cosi' complessa.

Uno dei nodi centrali (l'intromissione di valutazioni R1 nella R3) non e'
stato mai risolto fino in fondo, come e' sotto gli occhi di tutti.

Ecco, ho solo buttato li' una serie di argomenti (e altri ce ne sarebbero)
che credo debbano essere risolti prima di riiniziare a giocare.

Mi aspetto molto da questa pausa, perche' una "nuova teoria del Pathos" deve
essere costruita, e una discussione che ci faccia capire quello che abbiamo
fatto, affrontando problemi mai posti nei normali gdr, mi sembra molto
stimolante.

Rilancio una proposta di Andrea Gnesi: non si potrebbe portare avanti il
gioco per i "novizi", affidandoli nelle mani dei giocatori che vogliano
organizzare per loro delle "avventure propedeutiche"?

Fabio Galimberti


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