Ugo Dei Pagani -- [pathosNET] Lucifero - Figlio di Dio

Date: 2000/04/16 13.41
From: "Ugo Dei Pagani" <u_dei_pagani@hotmail.com>
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R3

Nel corso dei miei studi sulle Origini ho ritrovato un manoscritto tradotto
dal latino in lingua odierna. Il traduttore, Bruno Dozzini [R1 = il vero
autore del poema = R1], ritiene che si tratti della trascrizione in latino,
fatta da un anonimo frate arameo del VI secolo, di un testo molto piu'
antico tramandato per tradizione orale. Probabilmente il tutto e' frutto di
rielaborazioni e rimaneggiamenti nei quali e' assai difficile riconoscere il
nucleo originale, ma per l'argomento trattato e il punto di vista originale
espresso, credo che possa essere utile a tutti.

Questa e' la prima parte. Cerchero', se mi sara' possibile, di farvi avere
anche le parti successive.

Ugo

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I

Non esisteva Tempo ancora e Spazio
per il nobile Padre su nei cieli
che stanco di ammirare pigramente
la sua riflessa maesta' regale
sente nascere nuovi desideri.
Si accorge tuttavia che, pur avendo
sostanza eterna, niente produceva
di solido e concreto dai suoi sogni
e, se insistere osava nel pensare
oggetti materiali, fuori usciva soltanto
un soffio etereo, impercettibile
che la forma prendeva di leggera
nube come di angelo bambino.


II

Non si dette per vinto il gran Signore
e riprovo' a pensare concretezze,
ma sempre il desiderio si mutava
in angeli aeriformi e impertinenti;
ancor nati non erano del tutto
che gia' lesti fuggivano pei cieli,
disperdendosi in mille trasparenze
come piume lasciate a un forte vento
da massaia indolente e sprovveduta.
Poiche' l'Amore e' sempre diffusivo
cento e piu' volte ripete' il gran Vecchio
il tentativo suo sempre fallace
tanto che in cuor gli nacque lo sconforto.

III

Da un sospiro piu' fondo, finalmente,
piu' accorato, usci' fuori un grumo splendido
simile a se' di luce circonfuso
e trasparente, il piu' di tutti bello.
Anche questi era un angelo che il nome
subito prese per la sua bellezza
di Lucifero, luce portatore.
Un fulgore stupendo infatti aveva
e nel vuoto aggiravasi splendente
disponibile subito ai voleri
del Signore da lui chiamato Padre.
Molte volte il gran Vecchio si specchiava
in questa emanazione sua piu' bella
e un bel giorno che l'aria era pesante,
ferma ed afosa come ai nostri agosti,
il Signore decise finalmente
di svelare al bel Figlio il suo tormento.
Doveva dare inizio a un mondo nuovo
da se' diverso, da se' piu' concreto
e, d'accordo Lucifero, divise
con lui la spiritale sua sostanza.
Ora l'Angelo e' lieto nel vedere
d'esser prescelto ad una grande impresa
ed ai molti "Compagni" riferisce
che il Padre, per sua somma degnazione,
ad un paese ignoto lo inviava.
Atro verbo non disse che gia' in coro
esultarono tutti i suoi segnaci
e subito a un segnale parti' un terzo
degli angeli del cielo che una scia
formavano qual coda di comete.
A gran velocita' davanti a loro
Lucifero viaggiava e al suo passaggio
l'aria da terremoto era squassata
ed anche il suo color mutava e quello
degli alati seguaci docilmente.
Ebbe il Tempo cosi' l'inizio suo
e a mano a mano che attraverso i cieli
Lucifero avanzava anche lo Spazio
si formo' a vari piani che un disegno
e un'estensione esatti dimostravano.
Doveva proprio andar cosi' lontano
in un paese forse buio e freddo?
Lucifero non si senti' piu' certo
che la meta fissata fosse quella,
meglio fermarsi a meta' strada, il Nulla
aspettare poteva; il Genitore
comando' di creare un nuovo mondo
solo nel Tempo e nello Spazio; dunque?
Lucifero era certo di tornare
comunque al grande Padre che un sicuro
compenso in cielo avrebbe a lui serbato.

IV
Quale il motivo che impedi' all'Eterno
di creare le immagini concrete
in fondo ai suoi pensieri accumulati?
Necessitava un polo opposto all'Uno
perche' potesse rendere evidente
l'estensione del suo infinito Amore.
Ma Lucifero sempre piu' perdeva
luce mentre volava e si arresto'
a mezz'aria, vasta pensando bella
una campagna ove posare il piede
e la campagna tosto apparve verde.
Si accorse che bastava un'intuizione
e tutto intorno a se' veniva fatto.
Facile era creare, decantare
la tentazione che continuava
il Nulla sopra tutti a esercitare.
Ad alte esclamazioni si cullava
degli angeli la turba, alle piu' varie
concrezioni improvvise e durature.
E riusciva Lucifero da solo
alberi e monti a fare, sfumature
del giorno e della notte, verdi piani
con animali d'ambo i sessi, docili,
che' ancor non conoscevano la fame.
Tutto bello e perfetto e la creazione
era il prodotto di una fantasia
in materia mutata, imprevedibile.
Si sentiva Lucifero padrone,
ormai indiscusso artefice del mondo;
e talor si innalzava a rimirare
dall'alto la magnifica sua opra,
poi planava di nuovo a ritoccare
qualche dettaglio forse trascurato.
Steso aveva la Terra e gli elementi
in appena sei giorni di lavoro;
soltanto l'uomo ancor non esisteva
che' l'Angelo pensarlo non poteva
ne' sapere chi fosse o cosa fosse.

V

Ora restava di tornare al Padre
che di certo l'avrebbe compensato
ed elogiato per la sua fatica.
Raduno' intorno a se' tutti i "Compagni"
della strana avventura; da ogni parte
dell'orizzonte giunsero ad anch'essi
aspettavano elogi dal lor capo;
delusione fu invece atroce quando
egli espose l'idea di ritornare
alla bianca sorgente originaria.
Tutti in massa si alzaron contro lui,
le ali irrigidite come punte
minacciose di lancia ed a ragione
non capivano come si dovesse
abbandonare un mondo cosi' caldo,
con frutta prelibata e fiori e piante
di delizie un giardino verdeggiante.
Non era forse questo il piu' concreto
mondo commissionato dall'Eterno?
ormai fine a se stessa e seducente
come il richiamo di sirene infide.
Resto' muto Lucifero e interdetto,
aggiungendo pero' queste parole:
- Se ritornare al Padre non vogliamo,
Egli verra' a riprenderci, godiamo
intanto nell'attesa le delizie
che sulla Terra insieme abbiam creato.
Se i "Compagni" impedivano il partire
che colpa mai commetterebbe allora
di restare padrone sulla Terra?
Non era stato forse lui a creare
l'intero mondo coi piumati uccelli,
i fiori colorati, gli animali,
la potenza dei mari e delle stelle?
S'inorgogli' della bellezza sua,
immagino' d'essere uguale al Padre
e da questo momento, pur intatta
in lui la parte spintal, l'essenza,
da Lucifero in Satana cambiata,
piu' terra divento' e ancor piu' opaca.


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