Pulitzer -- [pathosNET] Pathos News: Lo zibaldone patetico di Aureliano

Date: 2000/03/15 17.16
From: pulitzer@innocent.com
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PATHOS NEWS - Dai Fatti alle Parole
Rassegna stampa a cura di Giorgio Pulitzer
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SAGGIO POSTUMO DELLO SCRITTORE BUENDIA

Alcuni mesi fa, lo scrittore Aureliano Buendia, deceduto di infarto alcuni giorni fa, aveva iniziato una collaborazione con "Il Gazzettino degli Emigranti" di Buenos Aires, pubblicando una serie mensile di piccoli saggi filosofico dal titolo:

TAQQUINO <sic!> PER PATETICHE RIFLESSIONI

Ieri, in un numero speciale, il Gazzettino degli Emigranti ha pubblicato gli ultimi saggi, ancora inediti, dello scrittore che vengono qui riportati.
 
LA FINE DELLE STORIE, O LA FINE DEI PERSONAGGI?

Ho da tempo delle perplessita' su quegli atteggiamenti filosofici che interpretano come manifestazione del Maligno le azioni ispirate dal desiderio di realizzare la "fine delle storie"; mi riferisco in modo particolare a certe campagne filosofiche condotte dal Dr. Esar.
Una perplessita' resa maggiore dal fatto che io, Filippo Buonarroti, da due secoli agisco consciamente nell'obbiettivo di realizzare la fine delle pessime storie.
Quando parlo di "pessime" storie il giudizio non e' evidentemente quello estetico, ma quello morale: le storie sono da tempo peggiorate per il continuo ed esasperato inserimento di elementi gore; passi per uccisioni, squartamenti; hiudiamo pure un occhio per le versione sado-nazi di "donne in prigione" che, a partire da Roger Corman, americani, italiani e spagnoli ambientano (e spesso girano) nel nostro continente. Ma che piacere puo' trovarsi nella narrazione dello sfruttamento sistematico dell'esistenza umana?
Le nostre favelas purtroppo non sono diventate altro che la scenografia di queste ripetitive novelas di sfruttamento e di degenerazione morale. La cui brutale interruzione, secondo il Dr. Esar, sarebbe un segno del Maligno!
Meglio, in altre parole garantire la fine, possibilemente dolorosa, cruenta, granguignolesca, la degenerazione morale e umana dei personaggi, a patto che "lo spettacolo vada avanti"...e soprattutto vada avanti ripetendo sfruttamento, degenerazione, morte.
Se, come sostiene il Dr. Esar, l'interruzione dello spettacolo e' l'obbiettivo del Maligno, questo conferma la mia tesi che attribuisce al Continuatore e al Destino le sofferenze, le crudelta', le infinite morti degli infiniti personaggi delle infinite storie.
Ben venga dunque la Fine delle Storie se questo potesse salvare un solo Personaggio dalla sua fine.

LE STORIE INFINITE

La dicotomia filosofica che imporrebbe di schierarsi fra il Continuatore e il Terminatore delle Storie, e' soltanto una finta dicotamia.
Esistono alternative filosofiche che varrebbe la pena di approfondire.
Come i miei lettori sanno, e' su questo tema che indago da tempo a partire dal mio racconto "La Leggenda del Traghettatore" dove il mio disperato anatema contro il Continuatore e l'altrettanto disperata aspirazione ad una Terminazione definitiva delle Storie offrivano un barlume di speranza...
Ipotizziamo, per amore di discussione, che ogni uomo avesse garantite un numero infinito di vite, un numero infinito di esperienze. La stessa persona potrebbe essere oggi la cormaniana "donna in prigione" e domani il suo sadico aguzzino; oggi essere il piu' disperato reietto della piu' degenerata Corte dei Miracoli, ma domani essere il Signore del Mondo.
Ogni vita ed ogni morte, ogni dolore ed ogni piacere, sarebbero cosi' un`infinita catena di emozioni.
Una fantasia irrealizzabile, e' ovvio.
Ma quello che mi colpisce e mi stupisce, e' il fatto che questa fantasia ad occhi aperti scatena delle assurde ed incredibili reazioni di orrore.

LA MACCHINA DELL'IMMORTALITA'

Ho avuto recentemente l'occasione di sperimentare queste reazioni e cercare di analizziarle: recentemente nel milieu dell' SF ha circolato un curioso racconto sulla caduta di Atlantide; la storia immagina che un potente Mago, certo Lord Chimera, avesse realizzato una Macchina che garantisse l'Immortalita' agli esseri umani; la fine di Atlantide, secondo la narrazione, sarebbe stata dovuta alla violenta reazione per distruggere questa macchina.
Una fantasia ad occhi aperti, appunto e non delle migliori, ma mi ha offerto l'occasione di partecipare ad un dibattito sui temi morali che questa fantasia poteva aprire.
Volendo evitare interventi off-topic per contestare la realizzabilita' di simile macchina (come se qualcuno potesse credere alla sua possibile esistenza!) o inutile difese di retroguardia (tipo "questa Macchina produrrebbe la sovrappopolazione distruggendo l'equilibrio ecologico"), la domanda era stata formulata con molta cura:
<<Supponendo che una versione ottimizzata di questo progetto possa davvero funzionare senza creare nessun tipo di danni, in questo caso vorreste investire tutte le vostre risorse per donare l'Immortalita' all'Uomo?>>
La risposta e' sconvolgente: <<No, perche' in questo modo si perderebbero le emozioni.>>
Vi rendete conto: "se io dono agli uomini la possibilita' di provare infinite passioni, togliendo loro la morte, IO perderei le piacevoli emozioni che potrei godere dalla LORO morte."
Non merita altro commento che fantasticare sul piacere che IO proverei dando a LORO la Morte.

LA RAGIONE DELL'ASSENZA OVVERO L'ASSENZA DELLA RAGIONE

A proposito di "emozioni", ad esse ho dedicato alcune riflessioni nel mio "I Tarocchi di Agrippa"; il lettore ricordera' il ruolo primigenio che attribuivo a Destino come Motere delle emozioni, ma come attribuissi a Sogno e Psiche il ruolo di sue Ancelle.
Non e' in effetti difficile capire il ruolo di queste Ancelle nella creazione delle "emozioni" umane.
Basta chiedersi che interesse puo' dare il Desiderio di accoppiarsi di un coniglio, o la Distruzione di un orda di cavallette in una foresta inabitata, o la Discordia che scatena le scimmie ed i cani nelle loro lotte per dividere femmine e potere, o l'Enigma degli obbiettivi del viaggio delle processionarie. O, semplicemente, il Destino e la Morte di conigli scopanti, cavallette divoranti, cani combattenti, processionarie viaggianti. Il quid in piu', quello che separa gli uomini (scopanti, divoranti, combattenti, viaggianti) dagli altri viventi sono i loro Sogni, la loro Ragione.
Sogno ci ha lasciato da tempo e Ragione e' pronta ad andare.
Senza Sogno e senza Ragione, che Destino e Morte, che Desiderio e Distruzione, che Discordia ed Enigma continuino pure a tessere le loro trame.
Trame di conigli scopanti e di cavallette divoranti, trame di cani combattenti e processionarie viaggianti.
Trame noiose al cui confronto sarebbe un capolavoro anche il piu' melenso film di Disney.
Basta solo che Ragione si unisca a Sogno per garantire la Fine delle Storie, e soddisfare la Ragione dell'Assenza.
Mi sembra una sufficiente Ragione per giustificare l'Assenza della Ragione.

Aureliano Buendia


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