andreabaglioni -- [pathosNET] Distruzione.

Date: 1999/12/29 21.04
From: "andreabaglioni" <fambaglioni@dada.it>
To: <PathosNET@pathos.it>


Dolorosamente in silenzio ascolto i miei desideri e le mie paure.
Dolorosamente in silenzio odio l'amore che mi consuma e mi abbandona alla
felicità di pochi attimi con sè.
In silenzio ascolto il pianto del bambino che è in me e urla il terrore
della vita...ama i colori che lo spingono alla morte più che all'uomo.
Troppe urla intorno a me, troppa invidia per quello che credono che io
abbia... troppa gelosia per quello che credono che io sia.
Apro gli occhi e mi accorgo che era solo un sogno, solo un istante di vita
persa nel vortice della quotidianità...torno a dormire, magari domani andrà
meglio!!!

Ho vissuto lontano, troppe cose mancano nei miei ricordi, troppi
avvenimenti mi lasciano sconcertata, come la morte di Gennaro.
Siamo stati via a lungo, e molte sono le luci che hanno illuminato i miei
occhi.
Sofferenza e povertà, molta , troppa...siamo arrivati anche a pensare che
forse la macchiana del Mostro potesse essere un bene...ma dopo il consiglio
di Pulizer...meglio poveri che senza un Anima....preziosa pietra dentro una
stupido corpo.

Abbiamo vissuto un'esperienza particolare ma ridicola nella sua fanaticità,
esperienza di anima senza corpo in uno stato indotto. Fa parte dei miei
studi, siamo curiosi, l'ho fatto.
Parlo di Noi.
Parlo con un plurale ridicolo, fatto di illusioni e sogni. " non si può
vivere di sogni" ... ma io non posso più vivere di dolore, di una non vita
che mi illude di respirare un'aria inesistente.
Non vi chiedo di aggiornarmi, piano piano rientrerò nel tran tran, ma vi
chiedo di ascoltare la voce, la sua voce, che urla rabbia e consapevolezza
dentro di me.
Troppi di noi stanno sparendo, morendo.
Io ho il petto aperto.
Il cuore batte un ritmo impercettibile.
La notte mi ha fatto vedere la sua paura, le sue unghie, e io ... forse sto
morendo senza accorgermene.
Ho sentito le urla di chi è un dio, di chi ascolta solo se stesso, di chi
senza pensare immagina di essere l'unica prima donna nel mondo,
nell'eternità, nella vita.
Ho ascoltato. Ascolto quella voce vuota che viene assorbita dalla mia pelle,
nei miei organi, e penso che forse il Destino prepara qualcosa di grandioso
quando lascia parlare così un uomo, una nota, un'alterazione ... un dio.
Fenomeno da baraccone, cartomante, buffone, tutto questo dentro di me, non
lo nego, dico, ti dico, che hai ragione... tu, hai ragione.
Un incubo che respira,
una lapide con inciso il mio nome, questo solo per scoprire che ancora devo
morire, che ancora devo scoprire il piacere dolce del sangue fra i denti,
che ancora sono viva e non posso sfuggire all'infanzia del dolore.
Sento un corpo dentro di me, è lei, ha paura, tira calci e si domanda
perchè io stia sccappando. Tento di fermarla, di afferrarle i polsi per
riuscire ad ascoltare la sua voce, ma sono io che sono troppo lontana per
poter anche solo sfiorarla.
"Scappa, corri via" questo mi urla la voce che è dentro di me.
"Dimentica il passato..."
MA fa parte di me, è me e io non voglio morire........
MORIRE.
MORIRE?
MORTA.

La notte è finita.
L'alba si sta partorendo nel silenzio della rugiada.
Il cielo, un dipinto di Monet.
Io nel mio letto fradicio di paura.
E' giorno. Non c'è più niente di cui avere paura, neppure del mio riflesso.
Sono qui, forse non vivo, forse non sono morta.
....
Taelys.


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