Yuri Artioli -- R: [pathosNET] In Morte di Edipo

Date: 1999/09/14 10.52
From: "Yuri Artioli" <pad279@padovanet.it>
To: <PathosNET@pathos.it>


> Io Testimonio che La Lotta è stata pura
> Edipo ha raccolto la sua ultima Sfida
> e ora vaga nell'immensità dell'Oceano del Pathos.

Nessuno strappo, nessuna Morte.
Edipo vaga, ma su questa terra. Cieco e con l'impossibilità di
sentire ciò che gli è attorno.

> Edipo ha pagato per le sue colpe,
> colpe che molti non hanno capito
> parole che molti hanno frainteso leggendo solo l'ovvio e il grave dove
c'era
> anche la saggezza è la verità.

Saggezza? Verità?
Queste sono state le parole di Edipo:
> Si partire perchè ora come ora, voi esseri che vi fate chiamare umani,
non
> siete più degni del Pathos, abbiamo sprecato tempo prezioso per portarvi
> nuove emzioni e nuove speranze, invece voi che fate, ci ridete contro,
> assolvete colui che doveva essere condannato a Morte, per il resto della
sua
> eterna esistenza, in modo definitivo. Perchè sprecare ancora parole su di
> voi, perchè perdere del tempo con voi, io non vi reputo degne di essere a
> conscenza delle emozioni che solo il pathos vi poteva dare.
> Voi invece che cosa avete fatto, le avete rifiutate.
> Stolti esseri umani. Che grossolano errore abbiamo fatto noi, posando i
> nostri immortali occhi su di voi, abbiamo solo sprecato tempo, forze ed
> energie , voi che non meritate niente, solo la vostra Morte e l'Apatia
del
> Desiderio delle emozioni.

> Edipo, il quale non gradisce essere trattato così da un inutile mortale,
> sensa senso. Si perchè essi sono inutili, abbiamo sbagliato miei cari
> Fratelli, abbiamo dato virtù e sapienza ad un popolo, che non è degno di
ciò
> che gli abbiamo affidato.
> arrivare, se non smetti di considerare questo tipo di mortali, pieni di
> vanità e di cupidigia che aspirano all'immortlaità, dei beni preziosi per
> noi e per il Pathos.

> QUALE INUTILE DOLORI PUOI ARRECARMI STUPIDO MORTALE SEI UNA CACCHETTA
> RICORDATELO IN CONFRONTO A NOI

> >Tu non ti rendio conto del POTERE che è dentro l'uomo....
>
> Già quello della cupidigia e della vanità umana mista a megalomania...

> Meglio che riamanere in questo stupido mondo

> Loro non sanno neanche che cosa vuol dire la parola rispetto leatà e
> giustizia, i fatti di Roma me ne hanno dato al prova.

Dimmi uomo, ti senti stolto? Inutile, senza senso? Pieno di vanità e
cupidigia?
Stupida cacchetta? Abitante di uno stupido mondo? Ignorante sul rispetto,
la lealtà e la giusitzia? Indegno del Pathos?

Senza contare le offese prima e al momento del duello contro l'Eterno
Desiderio.
Contro una delle forze che lo anima.

> Chinato ha il capo al voler degli Eterni
> ed egli ai miei occhi si è riscattato.
> Chiedo ad Annibale, come chiedo a Gilgamesh di testimoniare di fronte al
> Pathos che Edipo si è presentato a faccia alta di fronte al Suo Destino.

Edipo si è presentato. Punto.
Faccia alta? Direi troppo alta. Sfrontata. Ha bestemmiato il Sacro nome di
Desiderio,
sacro al Pathos tutto, ma ancor più a lui, Destino di Desiderio, lui che
senza la mia Signora
non esisterebbe.

> Edipo ha sbagliato, e ha pagato il suo debito.
> non si è nascosto come fanno altri.
> ha affrontato la lotta conscio della sconfitta

Così è sempre stato, così sarà per sempre.
 
> E il pathos mediti perciò...
> una Nota è tornasta all'Oceano delle Emozioni

falso

> una Nota capace di dire quello che pensava e pagarne il prezzo

Ognuno è responsabile di quello che dice

Ma non tiriamo più fuori discorsi che sono oramai chiusi.
L'Ordalia del Pathos ha deciso chi aveva ragione,
e il giudizio dell'Ordalia è definitivo.
Così è stato, così sarà.

> Chi di queste merita di più quel briciolo di venerazione che dobbiamo
agli
> immortali?

briciolo di venerazione?
Non mi devi nulla, tanto meno le briciole della tua venerazione.
Io sono morto a Sodoma per voi, sono morto in Liguria per voi,
sono morto altre migliaia di volte in altre migliaia di posti differenti
sempre per voi.
Vi ho donato il Desiderio di lottare per un Mutamento.
E non ti chiedo di venerarmi.
Non ti chiedo di pregarmi quotidianamente, di offrirmi doni, di inchinarti
al mio cospetto.
Se io fossi in te, mi sentirei di farlo, spontaneamente senza obbligo,
gratis, come gratis
sono stati i miei doni e i miei sacrifici.
I miei, come quelli dei miei fratelli.

Annibale


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