Silvia Brunati -- [pathosNET] Rivelazioni e Processi - Lungo

Date: 1999/03/22 17.28
From: Silvia Brunati <sbrunati@corelli.nexus.it>
To: PathosNET@telemaco.telemaco.it


R3-

Molte cose sono accadute a Lucca, cose sulle quali si dovra' discutere e
sulle quali, voi Alterazioni, avete delle decisioni importanti da prendere.
Per tutti coloro che non erano con noi, riportero' quanto ho detto ai
presenti, del resto, ritengo, si avra' modo di parlare.

Per troppi secoli siamo stati uomini fra gli uomini, abbiamo vissuto,
sofferto, pianto come loro, abbiamo avuto dei figli, siamo diventati nonni,
ci siamo legati a questa terra condividendone sentimenti ed emozioni. Ma
c'era un tempo in cui tutto questo non esisteva, un'epoca nella quale siamo
stati dei, adorati e venerati, ed abbiamo solcato questa terra portando la
nostra lezione, guidando, ma anche punendo, insegnando, ma anche negando la
conoscenza.
Poi e' venuto il buio, l'assenza totale dei ricordi, l'oblio del nulla,
durante il quale siamo stati veramente mortali, privi delle nostre stesse
guide e ignari l'uno dell'esistenza dell'altro.
COsa ci ha insegnato questo? Che la vita ha importanza, che la morte e'
importante, che i sentimenti che ci pervadono sono parte di noi e spesso
governano i nostri comportamenti.
Ora e' venuto il momento di crescere ulteriormente. Non siamo piu' bambini
con un giocattolo in mano, le persone che sono al nostro fianco, che ci
seguino, ci aiutano, non sono degli strumenti, non possono piu' esserlo per
noi, dopo che siamo stati proprio come loro ed abbiamo capito cosa
significhi esserlo. Essi dipendono da noi, e' vero, dai nostri poteri, dalle
nostre conoscenze, siamo noi che diamo loro la sapienza, che siamo in grado
di elevarli al di sopra degli altri, rendenerli piu' uomini degli uomini.
Ma, anche noi, abbiamo bisogno di loro.
Il Risveglio mi ha portato alla memoria frammenti del mio passato, poche
cose, vite vissute, persone incontrate, ma, piu' la mia mente cerca di
andare indietro nel tempo, piu' mi rendo conto che dei tempi che hanno
preceduto il Lungo Sonno, come io lo chiamo, non mi resta niente. Immagini,
si, volti, ricordi, ma nulla piu', nessun sentimento, nessuna sensazione,
solo un immenso vuoto che e' indifferenza totale.
Allora mi sono chiesta se con il tempo e con il ritorno della memoria sarei
tornata proprio come allora, se avrei perso il legame che ho con questa
terra, con le persone che vi vivono, con quelle che mi pregio di chiamare
amiche.
E' stato, purtroppo, un terribile evento che mia chiarito le idee: la morte
della mia Alterazione in Antartide.
Stefano Costantini non era una persona facile con la quale trattare,
discuteva spesso le mie decisioni, agiva di testa propria, se credeva che
una cosa fosse giusta, la faceva e basta, a dispetto di qualsiasi opinione
contraria, anche a costo di agire alle tue spalle e porti di fronte al fatto
compiuto, Cosi' ha fatto in Antartide e ci ha rimesso la vita.
Solo quando l'ho visto in lotta fra la vita e la morte ho capito che il mio
unico legame con i sentimenti e le sensazioni mortali era lui. Ogni volta
che la mia mente diveniva troppo razionale, distante, indifferente, c'era
Stefano che mi riportava alla realta'. Il suo agire, i suoi sentimenti, la
sua rabbia e la sua allegria erano come una scarica elettrica, mi
restituivano a questa terra dalla quale avevo rischiato di allontanarmi.
Quando e' morto, ho provato una profonda ira. Un sentimento che non mi era
capitato di sentire da molto tempo e ho capito che quanto avevo provato per
tutti questi secoli per le innumerevoli vite che avevo vissuto, le persone
che avevo incontrato e amato, non si poteva gettare cosi' dietro le spalle.
Era venuto il momento di assumersi la responsabilita' di chi io ero e delle
azioni che compivo, ma soprattutto delle persone che coinvolgevo nel
compimento del mio scopo.
Il 4 febbraio di questo anno sono stata in coma per un giorno soltanto, un
fatto insolito e preoccupante che dapprima mi ha fatto pensare che qualcosa
mi fosse stato fatto in Antartide o quando sono stata in Siberia.
Poi hanno cominciato ad affiorare dei ricordi, un sogno: c'era una citta'
immensa, che conoscevo, ho provato commozione nel rivederla ed uno strano
senso di dolore e rimpianto; al centro sorgeva un palazzo, sembrava
distantissimo, ma in pochi secondi gli ero davanti. Eravamo tutti la' tranne
il nostro Fratello maggiore, in una stanza immensa con al centro un tavolo
ovale. Poi il/la mio/a Signore/a si e' seduto ad un capo della tavola e ci
ha parlato di un tempo passato, di molti mondi, terre, viaggi fra l'uno e
l'altro e noi eravamo con lei/lui, in ogni luogo, con altre persone da
educare, preparare.
Mi sono sentita male, la testa mi girava per tutto quello che vedevo, poi
sono tornata al tavolo ovale e ho guardato stupita il/la mio/a Signore/a.
"Il tempo e' quasi giunto," ha detto, "il mio Risveglio e' completo. Siete
ancora troppo legati a questa terra e il momento di andare e' vicino. Qui
c'e' qualcosa di importante, molto, ma e' pericoloso restare".
Poi ci ha rimandati indietro e io ho gridato perche' non lo facesse, ci
tenesse con se, ci spiegasse di piu'. Cosa dovevamo fare? Restare o andare?
Chi eravamo in realta'?
Siamo di questo mondo? No, ma lo siamo diventati. Dobbiamo partire o restare?
Sono passati giorni, mesi e ho pensato studiato, cercato di analizzare
quanto era accaduto.
Ho tratto le mie conclusioni, ma non intendo parlarne in questa sede perche'
influenzerei le vostre opinioni. Pensate, analizzate quanto vi ho detto,
ragionate perche' il cammino che ci aspetta da questo momento in poi non
sara' facile e si dovra' tutti avere le idee chiare su quello che si vorra'
fare.

Questo e' quanto, poi ciascun movimento ha parlato della sua Rivelazione,
poiche' ognuno ne ha avuta una diversa.

Penelope Antisi
Deifobe

Fine R3




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