Fabio Ruggiero -- [pathosNET] Beato il popolo che non ha bisogno di Eroi

Date: 1999/01/14 19.18
From: Fabio Ruggiero <piottach@mail.geocities.com>
To: PathosNET@telemaco.telemaco.it


Inizio R3:

Ho letto molti richiami alla supposta inutilita' di un qualsiasi
coordinamento centrale suffragati dall'elenco dei passati trionfi, ottenuti
solo grazie alla comune volonta' collaborativa.
Tempo fa lessi una frase, credo nella "Storia di Roma" di Montanelli, in cui
si affermava che il continuo riferimento a Muzio Scevola o ad Orazio Coclite
rappresentava il tentativo di tacere la sconfitta di Roma ad opera dei
propri vicini. Tale magnificazione del gesto individuale e' anche tipica
della recente storia italiana (per convenienza considerero' sia il Regno
d'Italia che il periodo fascista), i "ragazzi del '99" nella Prima Guerra e
gli incursori che danneggiarono 2 navi da battaglia inglesi nella rada di
Alessandria durante la Seconda, vengono portati spesso ad esempio di
sacrificio ed Amor Patrio, come se un Paese che si riduce a mandare a morire
dei ragazzini o che deve fare affidamento su mezza dozzina di "folli"
potesse trarre da cio' motivo di orgoglio.
Anche nel Pathos abbiamo i nostri eroi (in fin dei conti il nostro compito
e' suscitare emozioni), il cui compito si e' dimostrato fondamentale a
risolvere piu' di un pericolo, l'unica cosa che mi chiedo e' se una maggiore
organizzazione non avrebbe impedito alla radice il nascere della minaccia.
Nel Secondo Conflitto gli Stati Uniti non hanno avuto un gran bisogno di
eroi, a loro e' bastata la brutale efficenza di catene di montaggio
sicuramente prive di ogni pathos, ma in grado di produrre, ad esempio, una
nave da trasporto "Liberty" ogni pochi giorni; sara' stato poco emozionante,
ma alla fine sono il Paese che e' uscito nelle migliori condizioni dalla
tragedia.

Saluti, Hermann Cannavacciuolo



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La precedente Mail costituisce materiale di gioco, se vi sembra strana od
incomprensibile, forse e' finita all'indirizzo sbagliato ! Me ne scuso !


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