Fabio di Callisto -- [pathosNET] Richerche sul MED: secondo comunicato

Date: 1998/11/19 01.28
From: Fabio di Callisto <fgalimb@flashnet.it>
To: PathosNET@pathos.it


Cari Fratelli,
                    e' un compito doloroso quello che mi accingo a svolgere.

Nulla mi e' al momento piu' doloroso che informare tutto il Pathos che e' stata
scoperta la causa del morbo.
E che di questa causa sara' lungo e difficile trovare una cura.
In allegato troverete la relazione scritta dal prof. Sorgente, dove, se
vorrete, potrete leggere i particolari scientifici.
Ma, in sintesi, si puo' dire che la causa e' una specie di microorganismo,
fin'ora sconosciuto,
che attacca le cellule, e ne inibisce le possibilita' di crescita e
rigenerazione.
Ecco il perche' del progressivo invecchiamento.
Ma queste sono solo le prime scoperte, dovute soprattutto alla tenacia del
prof. Sorgente.
Per avere un quadro completo, bisognera' studiare e sperimentare ancora per
lungo tempo.
Ed ancora di piu' (mesi, anni forse) ci vorra' per trovare una possibile cura.

Al momento, il massimo che siamo in grado di fare e' cercare qualcosa che
rallenti il processo degenerativo causato da questi "microorganismi".
E non siamo neanche sicuri di riuscire a trovare qualcosa di utile.
E' evidente, quindi, che la morte per i Fratelli contagiati si avvicina, a meno
che qualcosa succeda.
E questo qualcosa, purtroppo, non puo' essere la ricerca medica.

Fabio di Callisto.

P.S. La natura del microorganismo e' perfettamente conciliabile con il tipo di
"contagio" che abbiamo subito: una capsula piena di "spore" e un'altra con un
potente vettore aereo.


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RICERCA SPERIMENTALE SULLA GDS: Generalized Degenerative Syndrome
                        (Sindrome Degenerativa Generalizzata)

-SINTOMATOLOGIA-
La malattia si manifesta inizialmente con spossatezza, stanchezza, comparsa di
tipiche
venature giallastre nel bulbo oculare, e poi perdita di tono muscolare,
comparsa di rughe ed in generale con la degenerazione di tutti i tipi di
tessuto organico presenti negli organismi infetti.

-EVIDENZE SPERIMENTALI-
Si è riscontrata una totale assenza dei fattori di crescita insulinosimili
IGF-I e IGF-II, di solito necessari in quantità infinitesimali nell'organismo
(10E-9/10E-11 M) per stimolare il metabolismo e promuovere la sopravvivenza
cellulare: con ogni probabilità è questa la causa dell'elevata e rapida
mortalità cellulare, non bilanciata da una rigenerazione altrettanto veloce (le
cellule sono stimolate ad andare in apoptosi).
Ad un esame microscopico più attento e mirato, si sono riscontrate, in cellule
di tutti i tipi di tessuto, anomale conformazioni, rivelatesi poi essere
strutture non cellulari adeese alle pereti delle cellule stesse, e da queste
separabili.
Prese singolarmente, queste "strutture" presentano attività cataboliche e
catalitiche, sembra associate ad una qualche forma di metabolismo. Non esiste
di ciò nessun raffronto in letteratura, ed indubbiamente costituisce la
scoperta biologicamente più importante dell'ultimo secolo, se non oltre.
Ciò che più si avvicina, sembra anche da un punto di vista strutturale, a
questi microorganismi (di questo si tratterebbe) sono le endospore prodotte da
alcune specie di batteri (genere Bacillus e Clostridium), in risposta a
condizioni ambientali sfavorevoli, e con le quali condividono l'elevata
resistenza ad agenti chimico-fisici.
Queste strutture sporiformi, da ora dette Sporoidi, ed in particolare lo
"Sporoide A"
(quello scoperto ed isolato), sono poco più grandi di un'endospora, ma con una
forma
più schiacciata, quasi a disco.
Probabilmente queste forme di vita si pongono tra virus e batteri.
Non sono mai state classificate e studiate fino ad ora e sembrano parassitare
le cellule dell'organismo con il quale entra in contatto.
Non è aerobia e non è facilmente trasmissibile se non tramite scambio di
tessuti
(non è infettiva).

-CONCLUSIONI: IPOTESI E TEORIE-
Probabilmente, una soluzione del problema presuppone una maggiore conoscenza di

queste forme di vita e dei suoi processi biochimici che costituiscono e
sovrintendono
al suo metabolismo, o almeno una conoscenza più o meno approfondita della sua
struttura a livello inter- ed intra-molecolare.
Tutto cio non è attuabile a breve e richiede ulteriori studi.
E' comunque possibile ricercare ed attuare in tempi più brevi una terapia che,
almeno nelle intenzioni, miri a rimuovere o ad attenuare spazialmente e/o
temporalmente, se non la parassitazione dei tessuti (e quindi lo Sporoide A
stesso) almeno la rapida degenerazione di questi ultimi.
Il meccanismo che sembra essere alla base di questa induzione all'apoptosi
cellulare (e dal quale presumibilmente lo Sporoide A ricava di che vivere: ad
es. tramite il rilasciamento dei metaboliti contenuti nelle cellule dopo la
loro lisi), non è ancora chiaro, ma verosimilmente, sulla base degli studi
finora effettuati, potrebbe includere da parte dello Sporoide A la
sintesi di un esozima proteolitico specifico per i fattori di crescita sopra
menzionati. L'isolamento e la caratterizzazione di questa proteina potrebbe
permettere un primo intervento volto a bloccare o quantomeno rallentare la
progressione della malattia.

Relatore e sperimentatore: Gennaro Sorgente
                                         Ricercatore c/o l'Università degli
studi di Napoli "Federico II"

hanno collaborato alla ricerca: Fabio di Callisto
                                               Flavius Spiner
                                               Francesco De Principe
ha collaborato anche: Massimo Ranaldo




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