Nella Portieri -- [pathosNET] Franco e' libero...

Date: 1998/05/25 17.36
From: Nella Portieri <nella.p@pronet.it>
To: PathosNET@pathos.it


Amici,

Posso finalmente rompere gli indugi, posso finalmente gridarlo a tutti:

FRANCO MALATESTA E' TORNATO, E' LIBERO, E' IN SALVO!!!!

Che gioia, poter finalmente dire queste parole.
Eppure ho dovuto ritardare questa gioia, e di questo mi scuso con tutti,
perche' prima era piu' importante che lui fosse in un luogo sicuro.

C'e' anche un'altra buona notizia, ma non spetta a me renderla pubblica.

E' stato quello che abbiamo chiamato "Gruppo 911" a rendere reale quello
che, fino a tre giorni fa, sembrava impossibile e lontano.
Tutti noi abbiamo lavorato, indagato, cercato e finalmente ci siamo
riusciti.

Nessuno di noi cerca gloria, non ci interessa, ci basta la leggerezza
che tocca i nostri cuori da qualche giorno per questo successo, se pur
ombre scure si sono addensate di nuovo sul Pathos per quel che e'
successo sabato alla presentazione dell'MKA.

Saremo pure elefanti, come ci ha chiamati qualcuno... ma siamo arrivati
lo stesso allo scopo che ci eravamo prefissi.

La partenza per la Spagna e' stata improvvisa, con un preavviso di
appena due ore e percio' solo alcuni del gruppo sono potuti venire.

Io avevo telefonato, credo mercoledi', ad una ragazza, Carmen, che ha
lavorato per la mia agenzia fino al luglio scorso. Cercavo qualcuno che
ci potesse aiutare in Spagna.
Carmen e' di Oviedo. E' una splendida ragazza spagnola che ha finito nel
novembre scorso il suo corso di studi di perfezionamento in Italia.
Da quando io mi sono trasferita a Roma, in agosto, dopo aver chiuso
l'agenzia, non abbiamo mai smesso di sentirci, di tanto in tanto.
Carmen e' una ragazza intraprendente, su questo non ho mai avuto dubbi.
Mi ha detto che anche li' conosce un sacco di gente, di tutti i tipi.
Le ho spiegato il problema: con lei non c'e' bisogno di molte parole, ci
capiamo al volo. Mi ha risposto che conosceva qualcuno in grado di
aiutarci a ritrovare Franco.

Ho preso appuntamento a Burgos per giovedi' alle 10.30.
Con lei ci sarebbe stata la persona di cui mi aveva parlato.
Ho poi telefonato ai pochi che ho rintracciato e che erano pronti ed
abbiamo acchiappato per un pelo l'ultimo aereo per Bilbao. Appena
arrivati abbiamo affittato un'auto e siamo corsi a Burgos.

Alle 10.30 eravamo all'appuntamento. Con Carmen, sempre bellissima,
c'era una persona.
 
Carmen ce lo presenta come uno molto "addentro" al colorito sottobosco
locale... un terrorista dell'ETA, un favoreggiatore, un semplice
tagliagole? Non so... Lui ci dice semplicemente che si chiama Jaime. Ci
dice di essere disposto ad aiutarci a trovare il nostro amico, ma vuole
essere pagato bene: chiede 5 milioni!!!
Ha l'aria di essere molto sicuro di se', sembra sapere quello che fa e
non fa nulla per nasconderlo.
Noi paghiamo la cifra richiesta e lui, la sera stessa ci dice di aver
raccolto delle voci che parlano di un tizio un po' sballato visto in
giro per la citta' che potrebbe essere il tizio che cerchiamo.
Promette informazioni piu' sicure per l'indomani sera.
Nel pomeriggio di venerdi' Jaime ci informa di avere ricevuto una dritta
abbastanza sicura su dove ritrovare Malatesta. Si offre di
accompagnarci, in nottata, in un posto dove e' stato visto molto spesso
in questi ultimi giorni, tanto non dovrebbero esserci pericoli.

Noi gli chiediamo se ha mai sentito parlare di sette di satanisti e lui
non ci prende sul serio, anzi si mette pure a sfottere!

La sera Jaime ci accompagna in una piazza molto poco frequentata. Lì,
sotto l'arco di Santa Maria, finalmente vediamo Malatesta. Ha l'aria
assente. Quando capisce che lo stiamo cercando fa per scappare... poi,
probabilmente ci riconosce e si ferma. Noi lo chiamiamo per nome. Gli
diciamo chi siamo. Finalmente si avvicina, ma ha ancora l'aria assente,
ci squadra. Sembra metterci del tempo a interpretare le parole che gli
rivolgiamo. Farfuglia qualcosa tipo "... lui sa le risposte... non
ricordo piu'...."

Jaime fa una battuta sulla tequila che si serve alla Bodega dos Santos e
effettivamente un po' ci viene a tutti da sorridere.
 
In quel momento, dall'ombra dietro all'arco, all'improvviso saltano
fuori due persone. Sono vestite di nero ed hanno il volto parzialmente
coperto da baveri e cappelli. SONO ARMATE...
E' questione di secondi e scoppia il caos. E' chiaro che l'obiettivo di
quelle persone e' Franco.

Dopo qualche frazione di secondo di indecisione, scattiamo (veramente io
mi sono tirata un po' indietro perche' non sono brava a fare a botte...)
all'azione.
Cerchiamo di rendere inoffensivi i due uomini. Partono dei colpi,
qualcuno di noi si getta a terra. Jaime comincia a bestemmiare. Franco
viene colpito, di striscio, per fortuna, e cade.
C'e' un casino incredibile, spari, urla, ma le finestre delle case li'
intorno restano ben chiuse.
Due di noi bloccano uno dei due uomini e lo disarmano. Gli altri si
buttano sul secondo con lo stesso intento.

Lo stesso Franco si rialza e si mette in mezzo, farfugliando qualcosa,
ma e' piu' d'impiccio che altro, nelle sue condizioni. Sembra drogato.

Uno dei due uomini approfitta di quel momento di indecisione, fa uno
scatto e svanisce nelle ombre (LETTERALMENTE!!!) imprecando.

Ci giriamo verso il secondo uomo, che era stato intanto immobilizzato e
lo sentiamo mormorare a bassa voce qualcosa.... qualcosa tipo "Ya......
dost..... Mitra...."

Dopodiche', con orrore i due che lo tenevano fermo si accorgono di
avere tra le mani un cadavere. Il corpo si irrigidisce immediatamente, e
dalla bocca, che si e' serrata in maniera inumana, fuoriesce un filo di
bava, mista a sangue, dall'odore forte e acre.
Qualcuno di noi dice di percepire che si tratta di un'essenza letale e
grida di stare indietro, di non toccarla.
Perquisiamo immediatamente e velocemente il cadavere senza toccare
quella schifezza che gli esce dalla bocca, ma non troviamo nulla di
importante.

In lontananza si cominciano ad udire le sirene della polizia.

Il primo a riscuotersi e' Jaime (dimostrando di valere i soldi che ci ha
scucito). Fra un imprecazione e l'altra ci urla di scappare, di
seguirlo, che non e' il caso di stare lì ad aspettare. Non ci si puo'
fidare della polizia locale. Poi ci conduce attraverso una serie di
vicoli e porte di cui non avremmo mai sospettato l'esistenza, fino ad
una vecchia cantina. Ci dice che quello e' un luogo sicuro per la notte.
Domani mattina potremo andare all'aeroporto e ripartire tutti insieme.
Ci consiglia di non ripassare dagli alberghi a prendere i bagagli.

Passiamo la notte in quel buco, al buio. Nessuno di noi riesce a
dormire, ovviamente.
Malatesta e' ancora sotto l'azione di qualche droga, in stato di
confusione.
La mattina dopo e' un po' piu' lucido, ma non ancora completamente in
se'.
Andiamo all'aereoporto in taxi e comperiamo i giornali locali: non c'e'
la minima menzione del fatto di ieri sera.

Finalmente saliamo sull'aereo e torniamo a Roma.

Ecco, questo e' quello che e' successo.
Sabato non abbiamo detto nulla alla presentazione dell'MKA perche'
dovevamo ancora trovare un rifugio sicuro per Franco.

Nessuno sapeva che eravamo in Spagna, eppure Elio, o chi per lui, ne era
al corrente. Ed e' intervenuto non appena abbiamo trovato Franco.
Non so come possano averci pedinati: uno del gruppo ha sempre viaggiato
separato da noi, attento a controllare che nessuno ci seguisse, fin da
Fiumicino.
Piu' facile che l'informazione sia stata passata da qualcuno che, non so
come, ne e' venuto a conoscenza.

Capite ora, con chi abbiamo a che fare? Hanno infiltrati e spie, sono
potenti. Bisogna muoversi con estrema circospezione.

Ma, attenti, la lotta e' appena iniziata.
Questa e' stata solo la prima battaglia. L'abbiamo vinta.
Ma Elio ed i suoi sono sempre piu' pericolosi. Ed ora anche arrabbiati
perche' abbiamo portato via loro una preda ambita.

Io non ho parole sufficienti per ringraziare tutti coloro che si sono
uniti, senza pensare ad altro che al desiderio di salvare la vita di
Franco, indipendentemente dalla loro appartenenza a questa o a quella
Armonia, con generosita' e senza secondi fini.

Grazie amici del "gruppo 911", questa e' la prima piccola vittoria di
Pathos sui propri nemici, ed e' la vostra.
Siatene fieri.

Nella Portieri

Lo dimostra cio' che e' successo ieri qui a Roma.
Cose orribili: mentre La Spada presentava la sua organizzazione e'
entrato un uomo vestito di nero (simile a quelli di Burgos) ha urlato a
tutti di stare fermi, e, prima che chiunque potesse intervenire, ha
puntato la pistola sullo Zingaro e gli ha sparato, ferendolo in modo
grave.
Poi ha urlato ancora di restare immobili, di non seguirlo, che non era
solo ed e' scappato.
Appena e' uscito La Spada e Marco Montenovo (ve lo ricordate, il
giornalista spione di Lucca, prima edizione?) si sono affacciati alla
porta del locale e sono stati colpiti (anche se in modo non grave) dai
proiettili.

Fabio di Callisto e' corso fuori, nella speranza di vedere chi erano, ma
ha solo potuto vedere il killer scappare con un'auto nera, parcheggiata
col motore acceso davanti al pub.
Ha anche potuto capire che i colpi che avevano ferito La Spada e
Montenovo erano stati sparati dai palazzi di fronte.

Sul corpo di Itizaram, svenuto, e' stata trovata una busta siglillata
con la ceralacca rossa, nella quale c'era un foglio manoscritto in cui
una persona, che si firmava con la sigla C.T. , chiedeva perdono a tutti
e diceva che l'artefatto che aveva esaminato era troppo potente e che
non poteva continuare, che avrebbe commesso qualcosa di irreparabile.
Era citato un "colonnello"
L'intestazione della lettera era :
Citta' del Vaticano - 13 aprile 1998

Nella busta c'era una piccola chiave, l'ho esaminata bene, era la chiave
di una cassetta, tipo quelle delle stazioni, ma non aveva il numero.
Poteva essere forse anche la chiave di un lucchetto.

Dopo qualche momento di parapiglia, e' arrivata l'ambulanza e lo Zingaro
e' stato portato via in barella. Anche il giornalista Montenovo, ferito,
e' salito, poco dopo, sull'ambulanza. La Spada, ferito superficialmente,
e' rimasto li'.

A quel punto la lettera e' stata letta pubblicamente... ma nel frattampo
la chiave era sparita.
Io ho visto chiaramente Hermann Cannavacciuolo metterla nel taschino,
poi passarla a Mario Monti.
Poi ho visto Mario Monti sussurare all'orecchio di Cannavacciuolo
qualcosa del tipo: la chiave ce l'ha ....
(Dato che Mario Monti e' uno del gruppo, sarebbe bene che dicesse cio'
che sa, meglio di me: comunque non mi e' sembrato un bel modo di
comportarsi)

Il tutto mentre si stava svolgendo una accurata perquisizione delle
persone presenti.
La chiave non e' piu' saltata fuori, ma indubbiamente sia Cannavacciuolo
che Mario Monti sanno dov'e', vero?

L'unica persona uscita dal locale in questo casino e' stato Marco
Montenovo, il giornalista, che non si sa a che titolo fosse presente
alla riunione, dato che nessuno l'aveva invitato.

Per cui e' probabile che la chiave sia stata passata a lui.

La lettera l'ha presa Mario Monti per fare esaminare le impronte.
La busta ce l'ha La Spada per lo stesso motivo.

Una successiva telefonata al Policlinico Gemelli ci ha permesso di
scoprire che l'ambulanza ha portato in ospedale una sola persona, il
Montenovo.
Di Piermaria Itizaram.... nessuna traccia. Sparito.

Di Callisto, La Spada e Andrea Dedalus ( e' il presidente uscente
dell'MKA) sono corsi all'ospedale per interrogare Montenovo e per
controllare chi era il personale dell'ambulanza.
Su questo, non ho ancora notizie, ma spero di averne presto.

Nella Portieri

P.S. con questa rispondo anche a chi, privatamente, chiedeva cos'era
successo ieri all'MKA.

(R1: Ho saputo stamattina che avevamo liberato Malatesta... Kronos ha
risposto solo ieri sera, ecco la ragione del ritardo nella diffusione
notizia: figuratevi se non lo dicevamo ieri, senno'!!!)


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