Franco Malatesta -- [pathosNET] Ockham, Lapis e Marie d'Hautpoule

Date: 1998/04/01 02.35
From: Franco Malatesta <quasimodo53@yahoo.com>
To:


Raffaele Venosta ha scritto:
>Cercate di pensare sempre in termini di pluralitá. La semplificazione
>schematica é una mossa ingenua che puó generare pregiudizi, e certamente
>non é di grande aiuto nel risolvere problemi reali...
>Mi sembra che qui tendiamo tutti a pensare in modo troppo semplice,
>troppo concreto: il Graal o Lapis Exillis come oggetto materiale smembrato in
>un certo numero di frammenti, Satana come un mostro con zanne e artigli che
>dilania persone, gli "uomini in nero" come un'unica organizzazione...
Se è vero che schematizzare può essere un errore, anche confondere le cose non può di certo aiutare.
Quali che siano la forma e il potere dell' "oggetto" che stiamo cercando (e che per semplicità continuerò a chiamare "Lapis") è un fatto che il "satanista" che a Lucca ha invocato il demone credeva di aver messo le mani su di esso rubando il Frammento Cimabue (se ho ben capito cos'è successo in quell'occasione). E le pergamene di cui era in possesso (per come trasmesse in lista) parlano chiaramente di qualcosa di spezzato in più frammenti.
Già qualcuno qui ha ricordato il rasoio di Ockham, e io rinnovo il consiglio : cerchiamo di attenerci a ciò che sappiamo, o che abbiamo motivo di ritenere, senza perderci nell'oceano delle possibilità, altrimenti rischiamo di lasciarci sfuggire la realtà dei fatti e della nostra guerra.
[Realtà 1 : Guglielmo di Ockham è un filosofo del '300, famoso per l'opera di profonda revisione che portò alle molteplici e discordanti teorie della metafisica scolastica. Il "rasoio di Ockham" è il suo metodo filosofico, che recideva impietosamente tutte le teorizzazioni su enti e concetti, quando non fossero sorrette da un'effettiva utilità scientifica. E' descritto efficacemente da questa sua massima : "entia non sunt moltiplicanda praeter necessitatem", che può essere approssimativamente resa come "non si devono introdurre nuovi enti filosofici senza che essi siano effettivamente necessari per la spiegazione della realtà metafisica". Una poco accreditata interpretazione porta a credere che il filosofo si riferisse direttamente ai demoni etruschi. ;-) ]
Una riflessione : probabilmente il "satanista", pur essendo addentro alla storia della Lapis, non era una cima, visto che ha "sbagliato frammento". Ciò nonostante la sua convinzione di essere in possesso dell'oggetto delle sue ricerche può forse darci un indizio : la Lapis non ha poteri metafisici particolari, almeno facilmente percepibili e almeno fintanto che è spezzata. Altrimenti il satanista non avrebbe potuto ingannarsi così gravemente. In fin dei conti, probabilmente la pietra è rimasta nelle sue mani per almeno qualche ora, e se l'uomo avesse pensato di dovervi trovare dei poteri soprannaturali non si sarebbe certamente lasciato fregare da un "pezzo di muro". Evidentemente egli sapeva (o credeva di sapere) che la pietra non si manifesta in forme o con modi eccezionali. Mi rendo conto di non aver esposto nessuna argomantazione inconfutabile a sostegno di questa teoria, ma personalmente ne sono abbastanza convinto.
Ultima nota : approfitto dell'occasione per rettificare una cosa che ho scritto in precedenza. A quanto pare, sulla lapide di Marie d'Hautpoul non sarebbero riportati brani delle pergamene di Rennes-le-Chateau. Piuttosto, le incisioni sulla lapide sarebbero tracciate seguendo lo stesso codice cifrato usato per le pergamene. Tale codice è stato risolto ricorrendo allo stesso sistema usato nel problema che chiede di toccare tutte le caselle di una scacchiera muovendosi tra di esse come un cavallo, e posandosi su ogni casella una volta sola. Ancora una volta, però, non ho modo di verificare queste informazioni.
[Realtà 1 : Arghhhh! Qualcuno mi dica che non dovremo scervellarci di nuovo su codici, crittografie e altre simili maledizioni! :-)]
Franco Malatesta


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