Francesco De Assisi --

Date: 1998/02/17 01.26
From: "Francesco De Assisi" <usejustonce13@hotmail.com>
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Che sia scritto un Poema Con il Sangue sullo Spirito e la Luce.
Che le Tenebre risplendano nere.
Leviamo Inni
All'abominevole Intreccio Sinaptico
Della nostra corrotta Autocoscienza Collettiva.
Gioiamo e beviamo
Perché gli Imperi cadono.
Perdiamo coscienza
Per esaltare noi stessi.
Ecco, io vedo l'era di Babele rinata.
Sia levata al Cielo una seconda e più splendida Torre!
Nel buio interno alla mia mente si intrecciano folli le Sinapsi impazzite.
Il Mondo ‚ fuori controllo. Ancora una volta. Come sempre.
Fine del Millennio. 999 senza fine.
La Morte del Mondo
La sua ennesima Resurrezione
Meritano un Poema.
Che sia scritto con il Sangue e con l'Anima.
Non carta, non inchiostro,
Purissimo Nulla.
Tessitori di Pensieri condannati a meditare in compagnia di noi stessi
Leviamo il nostro Inno pi£ splendido
Al Metallo e alla Folgore,
Al Corpo e al Dolore,
All'Estasi e al Sangue,
Alla Morte e alla Vita.
Nel Paradiso perduto
Dove il Metallo risuona sul Metallo,
E il Sangue fluisce copioso dalla Carne
Mentre la Carne bacia la Carne e si intrecciano lingue lascive
Tra la Morte e la Vita
Tra il Piacere e il Dolore,
Là nel Paradiso dei Guerrieri Folli,
I Millenni non possono Finire.
La fine si protrae senza un inizio.
Il Poema non avrà fine né inizio.
Che le Vie del Destino possano intrecciarsi come Sinapsi nella Mente di un Folle.
Danza Macabra di Morale sconfitta.
La Via del Guerriero è un sentiero di cristalli spezzati,
La Morale del Viaggiatore sanguina dai piedi feriti.
Non è semplice per un uomo
Viaggiare dentro i cunicoli tortuosi da cui è forato il suo stesso Corpo.
Carne, Sangue, Ossa, Ferro, Anima, Indecisione, Dolore.
Ciechi ed incatenati siamo liberi.
Liberi, siamo incatenati.
Datemi una Spada e un Nemico che voglia Uccidermi. Allora, soltanto allora sarò felice.
La Bambina baciava il Metallo gelido di una pesante lama,
E accarezzava con piacere il proprio Corpo nella Tana del Lupo,
Mentre il Signore del Castello inchiodava Piastre di Ferro sulla propria Anima.
Il Cavaliere piangeva senza lacrime,
Vestito di Acciaio e armato di Rabbia,
Perché aveva sondato il Limite della Legge.
Il Musico viaggiava senza meta sotto le Stelle del Cielo,
Pronto ad uccidere senza Odio e senza Indifferenza,
Alla ricerca dell'Amore Eterno, o forse solo del soggetto per una Canzone.
Un Bimbo dai Grandi Occhi Tristi
Osservava in Silenzio la Pena del proprio Cuore
E annegava se stesso nella Furia Bestiale e nel Fuoco.
La Figlia dell'Estrema Follia dell'Uomo viveva avvolta in una Follia più Antica,
Strisciando come il Ragno nelle Ombre di pietra della Città
Nel Luogo dove la Follia diventa Pietra e le Pietre diventano Torri.
La fragile Principessa degli Spiriti dimenticati
Crebbe e divenne una Donna
Ma non desiderava che rimanere la Bambina che era stata.
Chi conosce i Pensieri di un Demone?
E il Signore della Morte e della Follia,
Lo Stregone dal Cuore di Metallo,
Li scelse come suoi Fratelli.
Un Corpo, Sei Ali, Una Spada.
Otto Cavalieri dell'Ultimo Giorno.
Scrive, il giovane antico Bardo,
Il Poeta che non può avere un nome.
Solo nella Notte sulla Torre dei Ricordi Inaccessibili
Egli soltanto può intrecciare i Pensieri dell'Umanità in un Poema.
Qui comincia la Canzone della Fine.
Non può esservi fine senza inizio.
Non può esservi inizio senza fine.
Non può esservi inizio. Non può esservi fine.
I Morti rinascono quando i Vivi muoiono.
Le Lame si spezzano per essere riforgiate.
Morte e Resurrezione.
Qui comincia la Canzone del Principio.
Qui finisce la Canzone del Principio.
Questo ‚ il Prologo di un Epilogo che si protrarrà in eterno.
Inizia il Penultimo Anno del Millennio che non può finire.
Questa ‚ la Fine. Questo ‚ l'Inizio.
Questa ‚ la Morte. Questa ‚ la Nascita.
Si dia inizio all'Ultima Canzone...


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